Dal diario 1942-1945 di Don Bava parroco di Valsorda
La 34° Divisione di fanteria (formata da soldati in gran parte provenienti dal fronte russo) capitanata da
Paul e sotto il comando del generale Lieb, affiancata dalla 13° compagnia del 253° reggimento,
provenienti dal litorale ligure, precisamente dalla zona limitrofa di Albenga, attraversano il colle del
S. Bernardo dirigendosi verso Garessio. Nonostante diverse squadre di partigiani appartenenti alla brigata
''Stella rossa'' sparino più raffiche di mitragliatrice sulla colonna tedesca per impedirne l'avanzata, queste,
imperterrite, proseguono portando a termine l'occupazione di Garessio. Durante la discesa dal colle i
soldati tedeschi compiono opere di saccheggio e razzia in alberghi, osterie e cascine. Inutile è l'intervento
di alcune forze partigiane provenienti da Ormea, inviate dalla brigata ''Val Tanaro'', ma costrette a ripiegare
visto l'aggravarsi della situazione. La mattina del 25 luglio le truppe tedesche giungono a Garessio dove
si vive nel silenzio e nel terrore. Nei giorni seguenti pattuglie tedesche perquisiscono tutte le case del
Borgo Santuario in cerca di armi, munizioni, indumenti e quant'altro. Il 28 luglio ha inizio il grande
rastrellamento garessino. La sera del 27 luglio arriva dal comando generale l'ordine di arrestare e
condurre, all'alba del giorno seguente, tutti gli
abitanti di Garessio nella sala dell'albergo
Miramonti. Intanto verso le 7:00 del 28 luglio due
ufficiali della Gestapo prendono il controllo
dell'industria farmaceutica del paese, la Lepetit,
interrogando i rastrellati e suddividendoli in tre
gruppi: quelli necessari all'industria, quelli da
deportare e quelli da uccidere. In tarda mattinata
vengono rinchiuse 200 persone all'interno dell'albergo: la maggioranza, ritenuta indispensabile per il lavoro,
è liberata, una cinquantina viene destinata alla deportazione in Germania e infine 5 vengono condannati
a morte e giustiziati nel primo pomeriggio. Uno solo, fingendosi morto, riesce a mettersi in salvo.
I civili innocenti caduti:
Piantino Dionigi, nato a Chiusa Pesio il 5/08/1915 coniugato.
Ucciso il 25 luglio alle ore 15:00 da un cecchino appostato dal castello.
Salvatico Aurelia, nata a Garessio il 25/02/1898 coniugata.
Uccisa il 25 luglio alle ore 18:30 colpita al ventre da più pallottole sparate da
un gruppo di tedeschi appostato dinnanzi allo stabilimento Lepetit.
Correndo Luigi, nato a Fossano il 11/08/1897 coniugato.
Ucciso il 26 luglio alle ore 9:30 colpito da una raffica di mitra provenienti dal colle.
Petacchi Oreste, nato a Garessio il 2/06/1916 coniugato.
Ucciso il 28 luglio alle ore 6:30 mentre tenta di trarsi in salvo dal rastrellamento attraversando prima il
Luvia e poi il Tanaro, è colpito in acqua da una scarica di mitraglia.
Odello Giacomo, nato a Garessio il 15/01/1888.
Ucciso il 28 luglio nella fucilazione al Miramonti, accusato di collaborazione partigiana.
Gazzano Stefano, nato a Garessio il 15/01/1913.
Ucciso il 28 luglio nella fucilazione al Miramonte, accusato di parentela con partigiani.
Battaglia Anselmo, nato a Garessio il 9/08/1909.
Ucciso il 28 luglio nella fucilazione al Miramonti, accusato di parentela con partigiani.
Salvatico Domenico, nato a Garessio il 23/03/1907.
Ucciso il 28 luglio nella fucilazione al Miramonti, accusato di parentela con partigiani.