E’ una fredda mattina del 5 gennaio 1944 quando sulla frazione di Ceretto, situata tra i comuni di Busca e Costigliole Saluzzo, piombano due colonne nazifasciste. I nazifascisti con una manovra definita a "tenaglia" accerchiano il paese. Gran parte della popolazione si trova nelle campagne poiché , nonostante la stagione, non c'é neve, conseguentemente é possibile rompere le zolle e conciare il terreno. Le donne sono a casa ad accudire i bambini, ci si prepara all'Epifania. Alle dieci le colonne raggiungono Ceretto , ma già hanno lasciato sul terreno dei cadaveri: sono i corpi di due cugini, arrestati presso la loro osteria situata in prossimità di Costigliole, trasportati al passaggio ferroviario di
Ceretto 05-01-1944 in memoria degli “Altri”
Costigliole (dove oggi sorge il cippo ricordo) fatti scendere dal camion e con una raffica uccisi. Appena giunti a Ceretto le milizie tedesche e fasciste (che sono la maggioranza) danno inizio a una vera e propria carneficina. Il primo a cadere nel rastrellamento é un bracciante, debole di udito per colpa di una meningite contratta da piccolo. Gli viene impartito l'alt,
ma non si ferma perché non lo sente. Una raffica di mitra lo stende a terra, il suo cadavere viene poi raccolto dai fratelli solo verso sera. Man mano che le milizie avanzano incendiano le case che trovano, uccidendo e seviziando i corpi; alcune vittime vengono atrocemente martoriate da bombe a mano, un giovane viene ferito, poi adagiato su del fogliame e arso vivo, padre e figlio vengono uccisi aprendo loro le viscere con una bomba. Compiute queste stragi, con la più assoluta indifferenza prendono una fisarmonica e si mettono a suonare. Nel pomeriggio trasferiscono verso il piazzale tutti gli uomini catturati e non uccisi immediatamente presso le loro abitazioni. Tra questi si trovano pure due cugini calabresi fermatisi a Ceretto dopo l'8 di settembre che aiutano nei campi in cambio di un po' di ospitalità. Giunti sulla piazza vengono barbaramente freddati. La medesima sorte tocca ai restanti prigionieri, i nazifascisti li scherniscono, ad alcuni impartiscono l'ordine di tornare a casa, uccidendoli, vigliaccamente, appena si voltano per andarsene. Il rastrellamento dura all'incirca dalle 10:00 del mattino alle ore 15:00 e la caccia all'uomo é accompagnata da incendi, furti, distruzioni. Occorrono più giorni per avere l'esatto bilancio delle vittime e dei danni, poiché per alcuni cadaveri bruciati risulta difficile il riconoscimento e altri vengono rinvenuti solo nei giorni seguenti in aperta campagna. In un rapporto al Comando Generale della G.N.R. del 13 gennaio 1944 si dava notizia: "Il 5 corrente truppe germaniche recatisi a Costigliole Saluzzo per rastrellamento di ribelli, hanno passato alle armi 22 uomini delle frazioni adiacenti ed appiccato il fuoco ad una ventina di case rurali". Ma questo terribile comunicato, tanto scarno quanto compiaciuto, pecca in difetto. Infatti i caduti sono 29 e 27 le case gravemente rovinate. Risultano danneggiate, oltre alle abitazioni, le stalle, i fienili e molti fabbricati agricoli con inestimabili danni in denaro. Voci motivano questa strage come una ritorsione dei tedeschi contro un’ azione partigiana effettuata a Villafalletto da 5 giovani durante la quale rimane ucciso un carabiniere. Dato che, però, nella zona non sono presenti formazioni partigiane, è più probabile pensare che si sia trattato semplicemente di un’ azione a scopo intimidatorio.
Ceretto Centallo Caraglio Cervere Garessio Bagnolo Genola Narzole Pievetta Dronero Ceresole Peveragno Dogliani Ceva Farigliano Fossano Magliano Alpi Busca Savigliano Trinità San Benigno Villafalletto Boves Hanno pagato