Fossano ha vissuto, come molti altri centri limitrofi, il peso e la tragedia dell’ultima guerra. Centro urbano con radicata connotazione militare, nel secolo scorso conta la presenza di ben quattro caserme. E’ naturale, quindi, che dopo l’armistizio diventi sede sia di un comando tedesco, anche in virtù del vicino campo di aviazione militare di Cervere, sia delle famigerate Brigate nere, al comando di Dongo. Al momento dell’armistizio in città sono presenti circa 4000 militari: i residui del Reggimento 34° di Fanteria, rientrato in quei giorni dalla Sicilia; il deposito dello stesso Reggimento di Fanteria; un Gruppo del 36° Reggimento Artiglieria; quello del 28° Reggimento Artiglieria; la Scuola Allievi Ufficiali di Complemento, con due battaglioni, trasferitasi in quel tempo da Salerno; il Comando di Presidio del generale di Brigata Giuseppe Cerri Gambarelli, proveniente dall’arma dei carabinieri. Nelle settimane successive all’armistizio, inoltre, si riversano in città moltissimi ufficiali e soldati sbandati che cercano di raggiungere i loro domicili. Nella prima metà di settembre arrivano a Fossano i soldati tedeschi: una parte presidia il campo di aviazione di Cervere, mentre un contingente occupa le casermette e parecchie truppe si installano presso la caserma Piave, dove si costituisce il Comando tedesco con a capo il maggiore Meissner. La presenza ingente dei tedeschi e dei repubblichini è determinate nel creare un clima di tensione e di angoscia notevole e, benché non si verifichino episodi di violenza di massa nei confronti dei civili, il sacrificio di vite umane è considerevolmente alto. Tra i tanti episodi tragici, comunque, di sicuro la città ricorda ancora due dei più disastrosi bombardamenti subiti nel corso della guerra. La mattina del 1 agosto 1944 la sirena del municipio lancia l’allarme. Uffici e fabbriche si fermano, qualche fossanese corre nel rifugio del Dehor, ma la maggior parte della gente, troppo abituata ormai ai continui allarmi giornalieri, si limita a uscire di casa. L’ultimo bombardamento subito risale al 1943, quindi, in città si respira un vago clima di tranquillità dai possibili attacchi aerei. Invece due cacciabombardieri arrivano a bassa quota, sganciando due bombe di media dimensione in un perimetro molto ristretto di Piazza d'Armi: tra l'ex casa del Fascio e il cortile posteriore del palazzotto Sarzotto, un edificio che poteva essere scambiato per la caserma Bava. Questa la supposizione avanzata per spiegare il motivo di questo attacco altrimenti incomprensibile. Quattro bombardamenti secchi: il panico che assale la popolazione, l'affanno di raggiungere i rifugi temendo un ritorno degli incursori, pianto e lutto per feriti e morti. Il primo a morire é il militare di vedetta sulla torre ucciso dalle due bombe sganciate sulla casa del Fascio. Le altre due bombe distruggono il palazzotto Sarzotto. Il secondo bombardamento avviene undici giorni dopo, la mattina del 12 agosto alle 10:30 circa, quando quattro bombardieri si annunciano con il loro cupo rombo sulla direttrice Cuneo-Torino. Questa volta l'attacco è rivolto a distruggere un convoglio tedesco carico di munizioni presso la stazione. Dal primo aereo viene lanciato un razzo e, mentre questo solca il cielo, si staccano a grappolo i micidiali ordigni. Questi non colpiscono il treno, ma la canonica della chiesa di San Bernardo. Anche questa volta le vittime sono dei civili. I dati censiti in “Vite Spezzate” i 15430 morti nella guerra 1940-45” a cura di Michele Calandri dell’ Istituto Storico della Resistenza di Cuneo, evidenziano un altissimo numero di civili i morti a Fossano tra il 1943 e il 1945. Non avendo trovato, però, documentazione circa le cause di queste morti preferiamo non citare il lungo elenco dei nomi, anche se, è facile presumere che siano nella maggioranza legati a eventi bellici.
Fossano in memoria degli “Altri” 01-08-1944 12-08-1944 Ceretto Centallo Caraglio Cervere Garessio Bagnolo Genola Narzole Pievetta Dronero Ceresole Peveragno Dogliani Ceva Farigliano Fossano Magliano Alpi Busca Savigliano Trinità San Benigno Villafalletto Boves Hanno pagato