Domenica 9 gennaio 1944 un primo nucleo di partigiani fa la comparsa in paese…
Da questo momento in poi “la situazione si aggrava improvvisamente, ad un battaglione repubblicano che
si era limitato ad imporre il coprifuoco, succede un reparto della Muti che minaccia rappresaglie per i
renitenti alla leva e per chi aiuta i partigiani” ( dal diario del Gen. Filippo Martinengo, allora commissario prefettizio)
Uccisioni sommarie, incendi e saccheggi diventano quasi quotidiani tanto che in più occasioni la
popolazione si vede costretta ad abbandonare il concentrico e
a sfollare nelle campagne. Tra gli episodi più drammatici di quei
“100 giorni di fuoco” (inizio luglio-fine settembre 1944), forse quello più
tragico è il bombardamento aereo del 31 luglio.
“Nel pomeriggio del 31 luglio all’uscita dal Comune (il Gen. Martinengo
Commissario Prefettizio) si ferma a parlare con il parroco (Don Pietro
Delpodio) e con il segretario (rag. Vietti); a un tratto compare un
aeroplano tedesco…” (dal diario di Don Pietro Delpodio parroco di San Paolo
in Dogliani). L’apparecchio militare, di nazionalità tedesca, quasi
sfiorando i tetti delle case, si porta sopra il centro storico dove
lascia cadere una bomba.
Si rialza fin sopra la regione Codevilla poi gira su se stesso e ritorna da dove è venuto; si trova così
nuovamente su Dogliani e sgancia altre due bombe quasi nello stesso punto di prima. Sono le 17:45.
Le tre bombe cadono: due sulla casa delle Figlie di Maria (Piazza del Teatro), la terza in Piazza Carlo Alberto
sulla casa Giacheri-Occelli.
Dogliani Borgo scompare sotto una grande nuvola di polvere e
macerie: le tre bombe hanno seminato morte e terrore!
“Alla sera si contano 12 morti, ma molti sono ancora sotto le macerie”
(dal diario del Gen. Filippo Martinengo).
Il giorno successivo, martedì di fiera, già alle 5:15 entrano in Dogliani
da San Rocco le prime avanguardie tedesche.
Don Pietro Delpodio annota: ”.. i tedeschi bruciarono una trentina di
case sul percorso della strada in regione San Rocco…;
sei vittime, di cui due arse vive.”
Nei giorni successivi intanto e fino
al 6 agosto si scava sotto le macerie
alla ricerca dei cadaveri. Il totale
delle vittime del bombardamento
sale a 28 civili.
In due giorni, 31 luglio - 1 agosto,
la città di Dogliani perde 34 vite umane.
L’aereo, decollato dal campo di Torino,
risulta essere un Foche – Wulf FW 190- D9. Il bombardamento del
31 luglio sembra essere una rappresaglia voluta dal Ten. Guidi come
reazione all’uccisione di sua suocera, rapita dai partigiani e giustiziata
quale spia.