Lo sfascio delle forze armate a seguito dell’armistizio dirotta, in pochi giorni, sulla Valle Maira e sul
dronerese migliaia di sbandati della IV° Armata del gen. Vercellino, in rientro dalle zone di occupazione
italiana in Francia, e delle unità dei presidi militari contigui. Nel marasma generatosi da questo caotico
sbandamento, in Dronero e in altri centri della Maira
si fanno largo i propositi di prendere le armi, creare
basi di guerriglia sulle pendici montane, chiamare
la popolazione alla lotta contro i nazi-fascisti.
E proprio da Dronero sorge l’organizzazione di tutta
la resistenza svoltasi in Valle Maira.
Come conseguenza di questo, la cittadina diventa
mira della più feroce reazione nazi-fascista con
tragiche conseguenze di lutti, deportazioni, vessazioni di ogni genere.
Dronero, dopo Boves, è sicuramente il centro del Cuneese a subire, dopo l’8 settembre, i danni materiali
più ingenti: il numero dei caduti civili, in rapporto alla popolazione, è tra i più elevati della Provincia.
La prima efferata strage si verifica la domenica mattina del 2 gennaio 1944 quando, come rappresaglia per
l’uccisione del commissario del fascio Oreste Millone e della sua convivente Anna Albenga, verso le ore
10:30, circa 400 uomini delle SS tedesche, con due
autoblinda circondano Dronero e vi penetrano di
volata. Otto civili, rastrellati a caso, vengono fucilati
nei pressi del Teatro municipale, un nono è ucciso
in località San Giuliano. Una trentina di persone
vengono prese come ostaggi e poi, incarcerati
a Cuneo.
Contemporaneamente sono incendiate la Tipografia
cittadina e numerose abitazioni civili.
Il 2 gennaio 1944 si registra un altro assassinio
immotivato. Si tratta del giovane Stefano Isaia.
Dopo aver festeggiato il Capodanno con alcuni suoi
amici, nonostante questi stessi gli consiglino di non
mettersi in strada perché i tedeschi stanno
rastrellando la zona, Stefano decide di tornare a
A partire dal febbraio 1945 ( 12-13-25-26-27 febbraio, 6 marzo, 15 aprile 1945) Dronero è bersagliata da
incursioni aeree alleate francesi e anglo-americane (quella del 15 aprile). Complessivamente gli attacchi
aerei provocano 20 morti, esclusivamente tra civili, fra questi si contano 13 donne.
Il 3 aprile 1944 vengono fucilati senza apparente motivo altri tre civili presso la Frazione Tetti del Comune.
A partire dall’ottobre 1944 i tedeschi istituiscono , contro eventuali attacchi partigiani, il metodo di
prevenzione degli ostaggi a rotazione: 10 cittadini sono giornalmente precettati per 24 ore, dalle 17:00
del pomeriggio, a discrezione degli occupanti che li rinchiudono in caserma con la minaccia di fucilazione
qualora si verifichino attentati a soldati tedeschi.
In data 31-10-2007 la città di Dronero ottiene l’onorificenza della medaglia d’oro al merito civile.
casa per non
impensierire inutilmente sua madre. Parte in bicicletta, ma non molto
tempo dopo, incrociando un drappello di soldati, prosegue a piedi con
l’intenzione di attraversare il torrente di nascosto.
Purtroppo i soldati lo vedono e gli intimano l’alt. Stefano non si ferma,
sperando di riuscire a fuggire, ma una pallottola lo colpisce a una gamba.
Raggiunto dai militi viene freddato con un colpo alla testa. Stefano è solo
un ragazzo spaventato, ma inoffensivo; possiede perfino il lasciapassare
tedesco perché lavora alle acciaierie Falci di Dronero.
Non gli lasciano nemmeno il tempo di mostrare questo salvavita.
Muore dietro la sua abitazione, sua madre riesce a sentire le sue ultime grida prima di spirare.
(Testimonianza di Samanta Rovera, pronipote di Isaia)