Sono circa le ore 23:00 di sabato 16 agosto 1986 quando l’attenzione di tutti gli abitanti di Garessio
viene catturata da un terribile evento. Un furioso incendio, un immenso rogo nel giro di poche ore
distruggono completamente il tetto e l’ultimo piano del vecchio “ Grand Hotel Miramonti”.
Viene immediatamente avvisato l’allora maresciallo dei carabinieri Claudio Crocco che, insieme ai dieci
vigili del fuoco volontari di Garessio guidati da Roberto Meriggio, accorrono prontamente. Si teme anche,
tra l’altro, che le fiamme si estendano al parco e alle ville vicine.
Pur con mezzi inadeguati i vigili riescono a contenere le
fiamme fino all’arrivo dei volontari di Ceva e di una squadra
di vigili del fuoco di Cuneo.
Le operazioni si protraggono fino alle 8:00 del mattino.
I danni, quantificati in 75.000 € (circa 150 milioni di vecchie Lire), sono
immensi: i due piani superiori del grande edificio sono crollati
e l’intera struttura risulta ormai pericolante.
Sulle cause dell’incendio l’ipotesi dolosa è ritenuta la più
attendibile per due motivi. L’incendio non può essersi
sviluppato accidentalmente per corto circuiti o per
distrazione di qualche visitatore ( ad esempio mozziconi di
sigaretta) poiché l’intera struttura è ormai inutilizzata da
tanti anni quindi l’impianto elettrico è disattivo, non ci sono,
all’interno, né mobilia né infissi infiammabili.
Inoltre i primi garessini accorsi sul posto riferiscono che
si vedevano le fiamme levarsi contemporaneamente sui
quattro lati dell’edificio.
Gli inquirenti ipotizzano che teppisti (forse) abbiano
rovesciato taniche di benzina nel sottotetto dell’edificio
e appiccato il fuoco contemporaneamente in quattro
punti diversi.
Ancora oggi, comunque, questa rimane solo un’ipotesi non confermata.
Agosto 1986