Dall'ottobre del 1942 il Miramonti, requisito tempo prima dai tedeschi, diventa
un campo di concentramento pensato per internare circa 330 prigionieri di
guerra: si tratta di ex ufficiali del disciolto esercito jugoslavo.
Al campo viene assegnato il numero 43. Diversi mesi prima, esattamente
il 5 aprile del 1942 (vedi documento N°1), l'Ufficio prigionieri di guerra informa
il Ministero della Guerra che è in via di costituzione "un campo di
concentramento per 200 ufficiali p.g. utilizzando gli alberghi 'Miramonti' e
'Giardino' in Garessio".
Come testimonia: “Gli ufficiali slavi, prigionieri al “Miramonti” di Garessio,
in Val Casotto” di Renzo Amedeo, un gruppo di 250 ufficiali ex jugoslavi
arriva a Garessio il 6 ottobre 1942 proveniente dal campo di concentramento
di Sulmona, e rimane presso l'albergo Miramonti fino all'8 settembre del 1943
Il 28 febbraio 1943 nel campo ci sono: 112 serbi,
24 croati, 22 albanesi, 80 montenegrini, 107
nuovi italiani (sloveni del territorio annesso
all'Italia), 5 di altre nazionalità (bulgari - rumeni -
ungheresi), e 33 tedeschi (probabilmente dei
territori jugoslavi annessi alla Germania)
(vedi documento N° 3).
Sempre secondo il saggio di Renzo Amedeo
all’8 settembre 1943 risultano “concentrati”
all’Albergo Miramonti 482 prigionieri che vengono
liberati il 10 settembre 1943.
La stessa pubblicazione riporta una lista
completa dei nomi dei prigionieri jugoslavi del
campo 43 redatta dall’ex prigioniero
Spasoje M. Radovanovic'.
Dal “Diario” del Can. Don Candido Bava,
Parroco della Parrocchia dei SS. Pietro e
Paolo e Rettore del Santuario della Madonna
delle Grazie di Garessio Valsorda:
“Ottobre 1942. Proveniente dai campi di
concentramento in Germania giunge a Garessio
una colonna di prigionieri jugoslavi. Circa 400
militari, in prevalenza ufficiali dell’esercito, della
marina e dell’aviazione. Vengono rinchiusi
nell’Albergo Miramonti trasformato in campo
di concentramento.
All’Albergo Paradiso si stabilisce la sede del
presidio Militare Italiano. Lungo la strada del
Santuario, all’incrocio con la via di accesso al Miramonti, addossata al torrente, viene costruita una
casetta militare per il Corpo di Guardia Prigionieri.”
Tuttavia al 30 novembre 1942 nel campo sono
internati 389 P.G. così suddivisi:
138 serbi, 14 croati, 107 sloveni, 47 albanesi
e nuovi italiani, 54 montenegrini, 29 di altre
nazionalità (vedi documento N° 2).
Quattro mesi dopo, pur restando sostanzialmente
invariato il numero di prigionieri, la loro
composizione "etnica" subisce alcune modifiche.