Eccidio di Garessio dal 25 al 28 luglio 1944
Dal diario 1940-1945 di Don Bava parroco di Valsorda
21 luglio 1944. Per opera di reparti agli ordini del Comando partigiani vengono fucilati due soldati catturati a Ceva e
trafugati a Garessio: un soldato tedesco e un soldato italiano della Repubblica.
L’esecuzione viene fatta nel recinto del Camposanto o nei pressi. …
25 luglio. Nutriti colpi di fucile e mitraglia nella regione oltre il San Bernardo, dalle prime ore del mattino, annunziano
movimento di reparti armati da quella parte. Giunge tosto notizia che truppe tedesche avanzano verso il Colle
San Bernardo … le raffiche aumentano verso il mezzogiorno e nel pomeriggio uniti a
frequenti tiri di cannone. Qua e là, dai monti circostanti rispondono a intervalli colpi isolati
di moschetti e scariche di mitraglia. Verso le 15:00 pattuglie tedesche, valicato il
San Bernardo, scendono verso Garessio, entrando in Borgo Piave.
La popolazione, particolarmente giovani e uomini, in preda a grande panico,
abbandonano il paese dandosi alla macchia.
26 luglio. Nel pomeriggio pattuglie tedesche perquisiscono tutte le case di Borgo Santuario
in cerca di armi, munizioni e indumenti militari.
27 luglio. Nella notte fra il 27 e il 28 luglio,
improvvisamente inizia in Garessio
il rastrellamento degli uomini.
Nelle prime ore del mattino giunge notizia
che già molto numerosi sono gli ostaggi
rinchiusi al Miramonti … .
La Gestapo passa in rassegna circa
200 ostaggi garessini riuniti al Miramonti.
Di questi quaranta cittadini sono trattenuti
e condannati alla deportazione in Germania,
cinque condannati alla fucilazione, gli altri rilasciati in libertà.
L’esecuzione della sentenza di morte ha luogo verso le ore 14:00 del giorno medesimo: ripetute raffiche di mitra
stesero al suolo cinque cadaveri nel cortile a levante del Miramonti….
Inutili le richieste di grazia e le implorazioni strazianti dei parenti dei condannati che si affollano al
cancello del Miramonti, pregando di far loro vedere, almeno per un’ultima volta i loro cari. Le sentinelle
rimangono irremovibili nel loro diniego. “Nicht” è l’unica risposta che si sente pronunciare dai soldati.
29 luglio. Il mattino presto i deportati vengono accompagnati alla stazione, ove attende la tradotta che li trasporterà
in Germania. Non appena si libera l’ingresso al Miramonti, parenti dei fucilati accorrono sul luogo dell’esecuzione,
per recuperare e comporre i cadaveri. I primi arrivati constatano con sorpresa che le salme non sono cinque:
ne manca una. Che cosa é successo? Esterrefatti dalla macabra visione dei 4 cadaveri orribilmente maciullati,
si chiedono chi sia il quinto … Certo Camperi … (Si dice) che lui attribuiva la sua salvezza all’intervento
miracoloso della Vergine e in questo senso fu commentato il fatto da tutta la popolazione:” il fortunato superstite
vide una mano misteriosa tesa verso di lui che lo invitava a rialzarsi e a mettersi in salvo”.
Questa la prima testuale versione del fatto.
Dal diario di Don Emilio Ferraris
Il 20 luglio i partigiani sono in allarme: i tedeschi hanno attaccato Fontane con forze rilevanti; i patrioti resistono
tenacemente, finché, sopraffatti dal numero, si ritirano. Gli invasori saccheggiano pubblici esercizi e incendiano
abitazioni.
Il 24 luglio i tedeschi si insediano a Garessio.
Il 28 rastrellano in città e nelle campagne duecento uomini; una cinquantina sono deportati in Germania,
ove alcuni muoiono in campi di concentramento; molti riescono a evadere; quattro sono fucilati presso
l’ “Hotel Miramonti”: Odello Giacomo, Battaglia Anselmo, Gazzano Stefano, Salvatico Domenico.
Campero Giuseppe, anche lui nel numero dei condannati, per un vero miracolo non viene falciato dalla raffica
dell’arma automatica: la città vive giornate di terrore.”
Il Dottor Roberto Lepetit …. Prelevato a Milano il 29 settembre è deportato in Germania a Mathausen prima,
poi a Melk e ancora a Ebesnsee ove decede il 4 maggio 1945 a soli 39 anni.