La Resistenza Italiana va inquadrata nel più vasto movimento di opposizione
al nazifascismo che si sviluppa in tutta Europa, ma, in Italia, presenta
connotazioni particolari. Nei Paesi sconfitti militarmente e occupati dai
nazifascisti (es. Francia, Belgio, Danimarca, Olanda, Norvegia, Grecia,
Jugoslavia, Albania) la Resistenza costituisce una seconda fase della guerra
che li ha coinvolti.
L'Italia, al contrario, sotto la guida dittatoriale del fascismo é rimasta sino al
3 settembre 1943 alleata del Reich nazista di Hitler, e come tale ha partecipato
alla guerra di aggressione ed é stata a sua volta potenza occupante.
Qui la Resistenza si sviluppa quando – caduto il regime fascista il 25 luglio 1943
e il 3 settembre dello stesso anno firmato l'armistizio con gli “Alleati” – le forze
politiche democratiche, che si ricostituiscono, chiamano il popolo a raccolta per
cacciare i fascisti e i tedeschi. Questi ultimi occupano in pochi giorni il Paese,
disarmando e catturando, in Italia e all'estero, 700 mila soldati italiani, lasciati
senza ordini e direttive dal re Vittorio Emanuele III, dal governo diretto dal
Maresciallo Badoglio e dallo Stato Maggiore.
Non si tratta, per l'Italia, di continuare una guerra perduta, bensì di cominciare
una nuova guerra, una guerra di Liberazione che consenta di cacciare i tedeschi
occupanti e il loro alleato fascista che ha dato vita alla mussoliniana "Repubblica
Sociale Italiana", riconquistando quella libertà della quale l'Italia é stata privata
dal fascismo e dal suo regime autoritario e antidemocratico per oltre vent'anni.
La Resistenza