Forte dei suoi primi successi sulla scena internazionale, Hitler rivendica Danzica, porto
polacco sul mar Baltico che divide il territorio del III Reich e isola la Prussia orientale dal
resto della Germania.
In pochissimi giorni i bombardieri tedeschi
distruggono a terra l’aviazione polacca, le
infrastrutture, ponti, caserme e stazioni,
ostacolando anche la mobilitazione
dell’esercito polacco, che era ritenuto
essere il quinto in Europa.
Sopravvalutando le sue forze, il
maresciallo Rydz-Smigly, ispettore
generale dell’esercito polacco, concentra
le sue truppe all’entrata del corridoio di
Danzica, in vista di una marcia su Berlino.
Attraverso un’apertura a nord, a partire dalla Prussia orientale, e a sud, dalla Slovacchia
e dalla Slesia, la Germania chiude i polacchi in una morsa. Si susseguono attacchi
combinati di carri armati e di aviazione, che utilizza i suoi Stkuas dal sinistro sibilo.
La III armata tedesca, venuta da nord, si ricongiunge ad est di Varsavia con la X, venuta
dalla Slesia.
La capitale polacca è messa sotto assedio. La sorte della guerra
è segnata.
Tre giorni dopo, anche l’Armata Rossa di Stalin entra in Polonia,
senza dichiarazione di guerra, in virtù del Patto di non
aggressione concordato con Hitler, il 24 agosto precedente, che
prevedeva la divisione dello sfortunato Paese.
Il governo polacco si rifugia in Romania e Varsavia cade il 27
settembre, dopo un’eroica resistenza.
La Polonia viene divisa tra i due stati conformemente ai loro
accordi segreti:
la parte occidentale rimane ai tedeschi, l’Unione Sovietica si
annette la parte orientale.
L’invasione della Polonia