L' 8 settembre è una data di scelte per tutti. All'annuncio dell'armistizio, c'è chi resiste ai tedeschi, chi si da' alla
macchia e si rifugia in montagna, chi raggiunge la famiglia, chi viene catturato e portato in campo di
concentramento, ma ci sono anche diverse migliaia di ufficiali e militari italiani di fede fascista che si uniscono
alla Wehrmacht. Accade, per esempio, tra gli appartenenti ai battaglioni del genio (nebbiogeni) dislocati nel
Baltico; tra i soldati dei reparti di specialisti di stanza in Germania; tra i comandanti e gli equipaggi dei
sommergibili nelle basi della Francia occupata (Bordeaux); tra i militari di alcuni reparti della "Nembo", della
"Folgore”, della Marina (vedi il caso della Decima Mas) e dell'Aeronautica; tra i bersaglieri del Battaglione
chiamatosi "Benito Mussolini" in Veneto e Venezia Giulia; nella Legione Tagliamento a Udine. Molti di questi
soldati saranno inquadrati nell'esercito tedesco.
La Repubblica sociale, infatti, non dispone all'inizio di un esercito vero
e proprio, ma di un insieme di polizie e di corpi armati dalle funzioni
diverse. Anzi, c'è un serrato dibattito tra le file fasciste sull'opportunità
o meno di costituire forze armate regolari. Solo il 29 settembre, quando
alla "Rocca delle caminate", residenza privata di Mussolini, si tiene la
prima riunione del governo fascista, il duce nomina ministro della guerra
il Maresciallo Rodolfo Graziani, con l'incarico di ricostituire un nuovo
esercito repubblicano. Il 1° ottobre lo stesso Graziani, nel corso di una
manifestazione al teatro Adriano di Roma, lancia un appello ad aderire
a tutti gli ufficiali e militari italiani. Ma il reclutamento non ha le proporzioni
sperate, e per far rispettare la leva obbligatoria Graziani si vede costretto
ad emettere un bando in cui si minaccia la pena di morte per chi non si
presenta entro i termini.
L'Esercito vero e proprio, quindi, viene costituito dopo quasi due mesi
dall'armistizio, il 28 ottobre del '43, quando il governo della Rsi emana
due decreti-legge: il primo stabilisce lo scioglimento delle forze armate regie e la creazione di quelle repubblicane;
il secondo detta la legge fondamentale del nuovo esercito repubblicano.
Ne entrano a far parte i militari e gli ufficiali dell'ex esercito regio che decidono di aderire alla Rsi (ce ne sono
alcune migliaia anche tra gli internati militari) e le reclute del 1924 e 1925, dopo un periodo di addestramento
in Germania. Quanti sono in totale i "soldati di Salò"? Gli storici hanno fornito, in base alla documentazione
esaminata, cifre diverse. Secondo l'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito tra volontari, coscritti e
G.N.R. non avrebbero superato quota 558.000. Secondo alcune fonti della Rsi (vedi il "Rapporto Graziani" e le
dichiarazioni del generale Emilio Canevari, che del nuovo esercito della Rsi é uno dei creatori), l'Esercito di Salò
(senza la GNR) avrebbe contato 780.000 uomini, però includendo circa 260.000 lavoratori militarizzati.
E’ scrupolosamente documentata, nella primavera del 1944, una forza di 327.000 uomini nelle diverse unità.
D'altra parte l'opera di ricostruzione delle forze armate della RSI incontra serie difficoltà a causa di motivi logistici,
della mancanza di adesione di larghi strati della popolazione, e della diffidenza dei comandi germanici, che
pongono come condizione di base l'affiancamento di
ufficiali e sottufficiali tedeschi in veste di istruttori.
Degli 810.000 militari italiani catturati dai tedeschi, 94.000
optano alla cattura, per coerenza o opportunismo, come
combattenti (14.000) o ausiliari (80.000).
Dei 716.000 IMI (internati militari) restanti, durante
l'internamento, 43.000 optano nei Lager come combattenti
(nei primi 8 mesi) e 60.000 (in tutto l'internamento) come
ausiliari (nei Bti di lavoratori militarizzati, assegnati in
prevalenza alla Luftwaffe) in alternativa alla "civilizzazione".
L'esercito della Repubblica sociale, nonostante gli sforzi
fatti, viene, in realtà falcidiato dalle diserzioni: molti degli arruolati, vanno poi ad alimentare le bande partigiane.
Comunque, da un rapporto delle SS dell'aprile 1945 risulta che le forze armate della RSI comprendono ancora
35.000 soldati regolari e riservisti nelle divisioni San Marco, Monterosa, Littorio e Italia; 72000 uomini della Guardia
nazionale repubblicana; 22.000 delle Brigate nere; 4800 della Decima Mas e 1050 della legione autonoma E. Muti.
Ecco un quadro sommario delle principali formazioni armate della RSI:
Esercito Forza dichiarata 300.000 uomini, con le divisioni Littorio (Granatieri), Monterosa (Alpini), San Marco
(Truppe da sbarco), Italia (Bersaglieri). Inoltre diverse unità anti–partigiani, del Genio, di Supporto e Sussistenza.
Marina Repubblicana Forza dichiarata: 26000 uomini. Opera principalmente con il naviglio sottile e con i
sommergibili in Atlantico e nel Mar Nero.
Aeronautica Repubblicana Forza dichiarata: 79000 uomini. Opera principalmente con caccia di fabbricazione
italiana e tedesca per la difesa del territorio, e con aerosiluranti attaccando anche navi a Gibilterra. Dipendono
dalla A.R. anche l’artiglieria contraerea e i reparti di paracadutisti e di antiparacadutisti.
Guardia nazionale repubblicana (ex Milizia, comandante Renato Ricci). Forza dichiarata: 140-150 mila uomini.
Costituita il 20 novembre 1943, é la prima «superpolizia del partito», la meglio organizzata, con maggiori mezzi
e buon armamento. Dal dicembre 1943 incorpora anche i carabinieri rimasti.
Decima Mas (comandante principe Junio Valerio Borghese). Forza dichiarata: 10.000 uomini. Fondata da
Borghese a La Spezia il 9 settembre 1943, viene riconosciuta dalla Germania il 14 settembre con un vero e
proprio accordo italo-tedesco (é l'unico corpo armato italiano nato prima della costituzione della RSI). Il nucleo
originario (100 marò e una trentina fra sommergibilisti e arditi incursori) raccoglie oltre 4000 marinai e volontari
che vengono divisi in 6 battaglioni di fanteria di marina (Barbarigo, Fulmine, Freccia, Valanga, Sagittario, Lupo).
Brigate nere (comandante il segretario del PFR Alessandro Pavolini) Forza dichiarata: 110.000 uomini.
Le Brigate nere sono un Corpo militare della Repubblica Sociale Italiana, che opera nell'Italia settentrionale dopo
l'armistizio del 8 settembre 1943. Dopo essere stato liberato dai paracadutisti tedeschi di Otto Skorzeny, il
30 Giugno 1944, Benito Mussolini crea le Brigate Nere. Sono instituite in numero di 39, una per ogni provincia
e ognuna porta il nome di un caduto del Fascismo Repubblicano. Vi fanno parte «tutti gli iscritti al Partito fascista
repubblicano di età fra i 18 e i 60 anni, non appartenenti ad altre forze ausiliarie».
Legione autonoma mobile Ettore Muti (comandante il «colonnello» Francesco Colombo,
un ex sergente). Forza dichiarata: 2300 uomini. La Legione autonoma mobile Ettore Muti è un
corpo militare della Repubblica Sociale Italiana , composto principalmente da elementi del
fascismo milanese, integrati da volontari della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.
La Muti ha sede a Milano nella caserma Solinas ed é composta da due unità: il battaglione
mobile che opera nelle vallate per i rastrellamenti e quello che presidia Milano. Il reparto è
intitolato a Ettore Muti, pluridecorato della prima guerra mondiale, della guerra civile spagnola e della seconda
guerra mondiale, assassinato nel 1943. Il reparto é noto per le torture ai prigionieri, le estorsioni e i saccheggi.
Le SS italiane Un corpo di circa ventimila italiani che opera dalla fine del '43 all'aprile del '45. Non è inquadrabile
nelle forze armate della Rsi. Al momento dell'arruolamento, infatti, le Ss italiane non giurano fedeltà al rinato
fascismo della repubblica sociale, ma alla Germania nazista e al suo capo Adolf Hitler.
Servizio Ausiliario Femminile 5500 donne. Sorge ufficialmente il 18 aprile 1944 per sopperire a molteplici
compiti: servizi ospedalieri, amministrativi, logistici, assistenziali, posti di ristoro e protezione antiaerea